La vita vive nella Grazia del Risorto. Gli studenti dell’Istituto Cesare Arici all’inizio e alla fine del loro percorso di Quaresima si sono lasciati interrogare dal Polittico Averoldi, dipinto di Tiziano Vecellio, custodito nella Chiesa dei Santi Nazaro e Celso, che rivela la forza della vita che nasce: il venire al mondo nell’annunciazione e la vita che rimane perché è vita che ha saputo amare. Saper leggere la fatica e saper individuare gli insegnamenti che hanno offerto una luce di speranza, di futuro, di novità per il proprio cammino è stato l’esercizio di discernimento per trovare la Grazia del Risorto nella vita che vive in ognuno di noi.
Alla scuola primaria le settimane di Quaresima sono state scandite dai principali episodi della Settimana Santa: l’entrata a Gerusalemme, l’Ultima Cena, la crocifissione e la morte di Gesù. A partire da ciascuna scena, ogni bambino è stato provocato con una domanda volta a guardare il proprio vissuto (raccontato nella forma del disegno nelle classi prima e seconda, con le parole dalla terza alla quinta) e, prendendo spunto dal messaggio del Vangelo, è stato invitato ad un gesto di impegno da portare avanti durante la settimana.
Alla secondaria di primo grado a fare da guida per i momenti vissuti ogni settimana durante la Quaresima è stata la parabola del Buon Samaritano, accompagnata dall’ascolto di brani musicali, con affondi dedicati al tema del vedere, del provare compassione e del prendersi cura.
Al liceo, invece, sono stati gli insegnamenti delle singole discipline ad offrire spunti per il lavoro di autobiografia spirituale: i docenti, a partire dai saperi delle proprie materie, hanno consegnato un pensiero su cui riflettere o una domanda su cui lavorare.
A conclusione del percorso, tutti gli studenti hanno vissuto insieme anche la celebrazione della Messa in vista della Pasqua, celebrata lunedì pomeriggio, in Duomo, dall’assistente pastorale dell’istituto don Raffaele Maiolini. Nell’omelia ha ricordato come “Al pari della donna che va da Gesù nel Vangelo, anche noi abbiamo un profumo buono da custodire, quello del cammino fatto durante la Quaresima. Abbiamo guardato dentro al nostro cuore, perché il regalo più bello che possiamo fare a Gesù è proprio il nostro cuore”.
Nella celebrazione è stato ricordato anche il professor Alberto De Giuli, insegnante di Educazione fisica dell’Arici deceduto improvvisamente nel maggio dello scorso anno. Don Piero Prandelli, per anni suo collega a scuola, lo ha ricordato come “una persona buona, ma non di una bontà utilizzabile secondo i bisogni di ciascuno: era autorevole. Difficilmente, forse mai, l’abbiamo visto arrabbiato.Un altro volto della sua bontà era la competenza: conosceva bene la sua materia e la usava bene, per costruire personalità”.