Una riflessione sui linguaggi, sintetizzata nel titolo “Polytropia”, unita alla celebrazione di diversi anniversari, è stata al centro della Notte nazionale del liceo classico andata in scena venerdì 19 aprile all’Istituto Cesare Arici.
Docenti e studenti del liceo hanno presentato in forme diverse dei prodotti culturali che hanno permesso di riflettere sulla preziosità degli studi classici.
Il prof. Alberto Cividati ha aperto le danze delineando le linee essenziali della riforma scolastica del 1923, mostrando l’influenza dell’attualismo, filosofia sviluppata da Giovanni Gentile, in quel tempo Ministro della Pubblica Istruzione del governo Mussolini e autore della riforma. Emanuele Severino ha sostenuto che Gentile, insieme a Leopardi e a Nietzsche, sia stato un abitatore del «sottosuolo filosofico del nostro tempo», figura intellettuale che ha determinato le categorie culturali della nostra contemporaneità. Quattro studenti del biennio hanno argomentato l’attualità del liceo classico attraverso la via estetica, modalità individuata dall’Istituto Cesare Arici per entrare in dialogo con le intuizioni di Gentile.
Il prof. Daniele Dapiaggi, insieme ad altri studenti del biennio, ha indagato invece il ruolo della Tv nel processo di crescita culturale degli Italiani.
Nella seconda parte della serata, l’intervento della prof.ssa Maria Celeste Cena si è collocato invece all’interno delle celebrazioni per il centenario della nascita di Calvino (15/10/1923), autore particolarmente poliedrico e sensibile alle mutazioni del linguaggio. Con la collaborazione di quattro studentesse di V liceo, che presenteranno alcuni tra i suoi testi più noti (Il sentiero dei nidi di ragno, La trilogia dei nostri antenati, Se una notte d’inverno un viaggiatore), è stato indagato il mondo complesso di Calvino, autore classico della contemporaneità.
“Leggere i classici per leggere il mondo” è stata invece la risposta che la prof.ssa Maria Paola Pezzotti con alcuni studenti di III liceo ha provato a dare alla questione posta da Calvino del “Perché leggere i classici?”. Al centro c’è la visione del valore del mito di Calvino stesso: «L’unica cosa che vorrei poter
insegnare è un modo di guardare, cioè di essere in mezzo al mondo. In fondo la letteratura non può insegnare altro». In questa prospettiva sono state fatte parlare, nella loro immediatezza, le immagini di due miti, quello di Perseo e Medusa e quello di Prometeo.
Ne è emersa una osmosi incredibile tra classicità e contemporaneità, a conferma di quanto Calvino stesso afferma: “È classico ciò che persiste come rumore di fondo anche là dove l’attualità più incompatibile fa da padrona”.
All’interno della Notte, ha avuto un ruolo di primo piano anche la Storia dell’arte, con una proposta di pubblica condanna contro la violenza sulle donne, nata dal dipinto di Degas, “Le viol”. Dopo la spiegazione riguardante l’artista, il contesto e il soggetto della prof.ssa Federica Peli, gli alunni di IV liceo hanno condiviso le sensazioni che l’opera trasmette a ciascuno, attraverso l’osservazione approfondita dei dettagli, l’utilizzo del colore e l’atteggiamento assunto dai due personaggi raffigurati. Le osservazioni e i ragionamenti scaturiti sono diventati soggetto di un video, nel quale i ragazzi raccontano l’opera e fanno
ragionare l’osservatore sulla tematica delicata. “L’arte è un mezzo di comunicazione potente per denunciare una situazione ancora oggi drammatica – spiega la prof.ssa Peli -, analizzata attraverso i dati aggiornati del sito Istat durante il momento di condivisione”.